AAVV, The Beatles Illustrated Lyrics by Alan Aldridge

Dovendo cercare per la Disfida di quest’anno 2015 un Libro uscito nell’anno in cui sono nata, ho comprato -modestamende -un capolavoro (ah ah!). Il capopopolavooooro in questione è The Beatles Illustrated Lyrics (Gattone and Co, sì, lo sappiamo che non vi piacciono i Beatles, l’abbiamo capito, andate da qualche altra parte e lasciateci discorrere in pace, grazie :-D) di Alan Aldridge.

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Aldridge è un artista inglese che iniziò come illustratore di libri di fantascienza per la Penguin per poi fondare un proprio studio grafico, e collaborò per diversi anni con i Beatles e la Apple, John Lennon lo definì in un’intervista His Royal Master of Images to Their Majesties The Beatles, e lui stesso amava soprannominarsi “The Man with the Kaleidoscope Eyes” da una frase di Lucy in the Sky With Diamonds.

Il libro uscì originariamente in due volumi, poi riuniti nelle successive edizioni, una per il 1969 e una per il 1971, e contiene quasi tutte le canzoni dei Fab Four (ne mancano una manciata di George Harrison e due di Ringo Starr, ma in compenso ci sono tutte quelle di Lennon/McCartney e anche canzoni che regalarono ad altri artisti ai tempi, per esempio Bad To Me e Come and Get It, e i due primi singoli di Lennon: Give Peace a Chance and Cold Turkey, quindi tanta tanta roba, 187 canzoni per essere precisi precisi) con i testi e qualche breve commento di uno dei 4 a introdurre la canzone di cui si sta parlando. E’ un libro magnifico, ricchissimo, come il mondo che descrive.

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Alan Aldridge ebbe l’idea di dipingere i testi, forse anche per celebrare -e dire addio- agli anni di Peace, Love, Understanding & Psychedelia, e illustrò molta parte del materiale, ma non tutto: scrisse a diversi artisti dell’epoca spiegando che gli serviva un’immagine per il tal pezzo, lasciando carta bianca sulla composizione e sul mezzo espressivo, per cui ci sono dipinti ma anche fotografie, colore, bianco nero, un po’ di tutto. Spesso non sono poi effettivamente “illustrazioni” del testo: molti artisti si limitarono evidentemente solo a leggere il titolo, e dipinsero ciò che quella frase ispirava. L’arte di tutto ciò è, ovviamente, straordinaria: ci sono illustrazioni che potresti stare a guardare per ore, e continuare a trovarci qualcosa di nuovo e bello. A me è piaciuto tutto, ma è innegabile che gli anni del Magical Mystery Tour, di Sgt Pepper’s e Yellow submarine siano inarrivabili: l’illustrazione di Penny Lane, con tutti i personaggi del testo in un pannello, è solo da godere. Vabbene, forse non sarà Picasso, ma Tolstoj diceva che La vera arte deve suscitare un positivo contagio, un sentimento di gioia nell’unione spirituale con l’autore e con chi contempla (ascoltatori o spettatori), e tutto ciò a me quest’opera l’ha suscitato.

I commenti dei Fab Four sono tutti da leggere; un fan lamentava che non sono in ordine cronologico, e che scorrendo le loro frasi così sparse nel tempo tutte di fila sembra quasi che siano rimasti per sempre sospesi in un favoloso tramonto dorato tra il 1963 e il 1969, cosa che, in un certo senso, trovo verissima.

Lorenza Inquisition

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